A
cura di Paolo Mosaner
Laboratorio IdEA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRENTO
DIPARTIMENTO DI FISICA
UNI.CO.SPHERE
plus
l’ultimo
apparato IBAD progettato e realizzato al Lab. IdEA
UNI.CO.SPHERE plus è un prototipo industriale ideato, progettato,
realizzato e collaudato internamente al Laboratorio IdEA, con la collaborazione
del servizio
meccanico e del servizio
elettronico del dipartimento. Il committente è IAE S.p.A.
Nasce come applicazione di una
tecnica sperimentale per risolvere un problema concreto sorto da esigenze
industriali.
Nella sua versione attuale
l’apparato serve per rivestire componenti meccanici
mediante processi fisici, in particolare di deposizione assistita da fascio
ionico (IBAD è in realtà l’acronimo di Ion Beam Assisted Deposition).
Lo stesso sistema di movimentazione
dei campioni è un prodotto ideato e realizzato internamente, nella sua versione
prototipale.
Per la
componentistica standard da vuoto e di deposizione
ci si è avvalsi della fornitura da parte di aziende di alto livello tecnologico
specializzate nel settore.
Descrizione della
macchina Descrizione
del processo
Partner industriali Scheda
del progetto Staff
del progetto
Questo
apparato è un sistema per il rivestimento di oggetti
di vario tipo con film solidi mediante tecnica fisica (Ion Beam Assisted
Deposition). Esso è pensato e realizzato, nella presente configurazione, per
rivestire sferette di acciaio con film di argento.
Tale rivestimento viene eseguito di fatto nella camera
da vuoto dell’apparato opportunamente evacuata. La versatilità con la quale è stata progettata permetterebbe l’utilizzo di
materiali diversi (come oro e piombo) o l’uso di oggetti diversi quali
substrati.
I componenti fondamentali del apparato sono:
i) un evaporatore ad effetto Joule che, per effetto
di riscaldamento da corrente elettrica, fa evaporare il materiale contenuto in
un crogiolo;
ii) un cannone ionico che
genera un fascio di ioni (nella presente configurazione Ar+);
iii) un cilindro rotante
dotato di opportune sedi per l’alloggiamento delle sferette da rivestire.
Tale apparato
è dotato di un sistema di automazione dei processi che
ne consente l’uso sicuro e ripetibile anche da parte di personale non
specializzato o dedicato.
I substrati
(le sfere) vengono alloggiati all’interno di un
portacampioni mobile (un cilindro rotante) che ne permette il rivestimento
completo ed uniforme.
Tutto il
processo è eseguito in un’apposita camera di
trattamento ed è comandato esternamente da un rack specifico, che è parte
integrante dell’apparato.
L’operazione
di deposizione è assistita costantemente da un fascio di ioni Ar+,
generato da una apposita sorgente ionica (cannone
ionico). L’energia degli ioni del fascio può arrivare fino a 2keV, mentre la
corrente ionica totale di questo apparato può superare
i 10 mA.
DESCRIZIONE DEL PROCESSO
La tecnica di
Ion Beam Assisted Deposition (IBAD) rappresenta una combinazione di una normale
tecnica Physical Vapor Depsosition e di una impiantazione
ionica con un fascio di energia e corrente variabile (tra 100 eV e
30.000 eV) in funzione dell’applicazione. Il fascio ionico viene indirizzato sul substrato che deve essere ricoperto
dal film. L’utilità degli ioni nasce da una considerazione sull’interfaccia
substrato‑film, che nel caso delle convenzionali PVD può risultare non particolarmente resistente, giacché manca di
strato interdiffuso. Nel caso di impiantazione ionica
l’energia degli ioni permette ad essi di penetrare all’interno della superficie
del substrato creando un effetto di mescolamento tra gli atomi del substrato e
quelli del film in corso di deposizione: così facendo si crea un’interfase di
diffusione dove i legami substrato‑film sono più stabili e l’adesione è
più alta. In generale gli spessori che possono essere interessati dall’effetto
di mixing sono quelli di impiantazione, ossia non più
di alcune centinaia di nanometri (in funzione dell’energia). L’assistenza del
fascio ionico ad una deposizione in fase vapore può essere alternata (deposizione-impiantazione‑deposizione) oppure
simultanea. Esistono anche forme di IBAD reattive,
dove si utilizza un’atmosfera reattiva per dare luogo a composti particolari.
La tecnica IBAD può essere condotta senza sorgenti di riscaldamento aggiuntive
(che devono favorire reazioni chimiche), giacché lo stesso fascio ionico
garantisce un consistente apporto di calore.
BISITALIA (flangie ed
accessori)
COMEC
(lavorazioni meccaniche)
Committente: IAE
S.p.A. di Cormano (MI)
Ente esecutore: Laboratorio
IdEA
Coordinatori: Antonio
Miotello, Paolo Mosaner
Obiettivo: Sviluppo
di una tecnologia di rivestimento
per film lubrificanti su sfere di acciaio
e realizzazione dell’apposito apparato industriale
Tempo di progetto: 12
mesi
Responsabile scientifico: Prof. Antonio Miotello
Project manager: Ing.
Paolo Mosaner
Equipe di lavoro: Claudio
Cestari, Paolo Mosaner, Claudio Salomon
Progettisti meccanici: Claudio Cestari, Paolo Mosaner
Personale coinvolto: Pierino
Gennara (responsabile Servizio Meccanico)
Giuseppe Pinto (realizzazione manipolatore sfere)
Arrigo Rossi (realizzazione camera di trattamento)
Luigino
Vivaldi (realizzazione connessioni elettriche)
Massimo Gennara (realizzazione circuiti e software)
Sandro
Pedrotti (realizzazione alimentazione elettrica)
Laura
Toniutti (assistenza assemblaggio e collaudo)
Ashwin
Kale (assistenza assemblaggio e collaudo)
Romina Belli (microscopia elettronica su sfere)
Collaborazioni esterne: Marco Bonelli (esperto IBAD) – ASL Bolzano